mercoledì 5 maggio 2010

“En Europe c’est facile d’être difficile”- dal Senegal

E’ questione di prospettive, ma questa frase può rappresentare un poco come noi europei veniamo visti altrove. Gente difficile, che normalmente si crea problemi, preoccupazioni, che elabora pensieri poco lineari e complessi. Insomma, gente che si complica la vita.
“En Europe c’est facile d’etre difficile”, come ha detto la nostra collega e vicina di ufficio senegalese, rappresenta una percezione, diffusa, che si ha di noi. Potremmo vivere in modo molto facile e abbiamo tutto ciò che ci permette una vita “facile”, a partire dal soddisfacimento dei bisogni materiali, e non e’ poco.

Eppure i nostri bisogni, materiali e no, crescono, si segmentano, e si alimentano in una spirale di creazione dei bisogni senza fine. Estenuante e complesso questo processo, che ci porta cosi ad un insoddisfazione “difficile” da sostenere, che ci rende difficili e che non ci da tregua.
Pensandoci, mi sono chiesta se questo nostro “essere difficili” derivi dal fatto che viviamo una continua tensione fra passato e futuro, quello che e’ stato e le proiezioni di quello che vorremmo che fosse. In tal modo a noi europei il presente –nella sua semplicità ed immediatezza- sfugge. I nostri pensieri sfiorano ma non si concentrano sul presente, che e’ un tempo “semplice” perché solo richiede di essere vissuto.
Qui invece il presente e’ il tempo fondamentale. Il passato e’ una leggenda , il futuro un “in shallah”. L’Africa e’ il posto dove si “vive alla giornata” senza troppe aspettative.
Eppure per me, europea, il vivere alla giornata, il godere del qui ed ora, e’ un esercizio difficile, che mi richiede un sforzo, innanzitutto mentale, non da poco.
Ai miei occhi, quest’Africa e’ il regno della complessità: credenze e comportamenti che non riesco a spiegarmi, poteri occulti e non, un sistema identitario che per un europeo e’ davvero difficile comprendere, fatto di una miriade di gruppi etnici, altrettanto numerose lingue, strutture sociali complicate, gerarchie inaccessibili… L’altro, per il solo fatto di essere Altro rispetto a Noi, e’ sempre un mistero che ci si presenta in tutta la sua “complessità”, chiunque questo altro sia.
Per ritrovare la semplicità, la chiave sta forse nell’abbandonarsi a tutta questa complessità, accettarla come tale, tirare un respiro dal continuo sforzo di comprendere ed immergersi nelle mille sfaccettature di un mondo lontano: Dakar che il venerdì sera esce a Les Almadies, Dakar che mendica per strada, Dakar che cerca di venderti qualsiasi cosa, Dakar che non sa fare affari, Dakar che fa costruire i palazzoni ai cinesi, Dakar che rivendica le sue tradizioni. Accettare che sia così, un puzzle di pezzi sparsi.  - Valentina Pomatto -

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