giovedì 10 dicembre 2009

Lasciami leccare l'adrenalina


Madagascar: tutto comincia sul tardi, la mezzanotte è ormai passata da un pezzo. L’idea improvvisa è quella di lasciare le dorate e protette spiagge dinnanzi al Canale del Mozambico per avventurarsi nell’entroterra a caccia di un beat più autentico e potente.
Quasi tutti i miei compagni d’avventura sono originari del posto e mi vogliono portare nel bar più cool dell’isola, dove dicono ci sia una jam session di alcuni noti musicisti locali. Chiamato un taxi, si aspetta tutti seduti in fila sul marciapiede davanti alla porta dell’hotel. Appena arriva una vecchia auto adibita a taxi, cerchiamo di incastrare, non senza fatica, i nostri 7 corpi al suo interno.
Si parte e, forse grazie alla musica pompata al massimo da una vetusta autoradio, nessuno sembra essere preoccupato dai freni del veicolo che funzionano poco, soprattutto in quanto sollecitati dal notevole peso di ben 8 persone.
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domenica 22 novembre 2009

"DU CAIRE A OUAGADOUGOU",DU OUAGADOUGOU A LA PROCHAINE ETAPE


Aeroporto Charles de Gaulle, Parigi. Siedo al tavolino di un caffé, aspettando il treno che da Parigi mi riporti a Bruxelles, dopo tre settimane in Burkina Faso. Stanca, con ore di sonno arretrato, un po’ sconnessa dal mondo...
Tre settimane così veloci, intense ed occupatissime, che non mi hanno lasciato il tempo per assaporare Ouagadougou. Ouagadougou per me è polvere, ronzio di motorini (ce ne sono a centinaia sulle strade), volti... quanti volti!
L’organizzazione della conferenza “Dal Cairo a Ouagadougou: verso l’interdizione totale delle mutilazioni genitali femminili” nella quale sono stata inserita, ha implicato il contatto con una grande varietà di persone.
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mercoledì 11 novembre 2009

OCEANO DI GOMMA


Li davanti a me, al termine della foresta tropicale, si staglia l’immenso oceano. Mi appare docile e mansueto mentre il caldo sole di mezzogiorno si specchia placido su di esso. Sono molte le piccole imbarcazioni che entrano ed escono dal porticciolo cariche di raffazzonate reti da pesca. Difficile credere che solamente qualche anno fa un tanto innocuo paesaggio naturale sia stato teatro della più grave tragedia umanitaria del nuovo millennio. Eppure proprio queste stesse acque azzurre sono state la causa di un incubo che ha sconvolto tutta Sumatra; queste stesse acque cristalline sono state capaci di trasformarsi in un’arma brutale, la quale ha mietuto migliaia di vittime e disperso per l’intera regione corpi ormai privi di vita.   
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giovedì 29 ottobre 2009

BADAJOZ


Quado vivi o vieni in posti come questo, ti sorgono subito un mucchio di domande...
 Perchè nonostante sia a 4 chilomentri dal portogallo, nessuno parla portoghese, o perchè quando qualcuno parla portoghese è come e fosse un rumeno in mezzo ai mori?
Capisci quanto in fondo le frontiere non siano righe tracciate su una cartina.
Sono valli di Adriano, fosse delle Marianne piene di secoli e secoli di storia che non si possono cancellare con una nuova data o una globalizzazione. (E' un po' come noi piemontesi con i francesi).
Badajoz è una città di frontiera.

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venerdì 16 ottobre 2009

DEA


Tradizioni millenarie, il tempo scorre lento, l'anzianita' come un valore fondante della societa' e sullo sfondo l'immutabile catena montuosa dell'Himalaya, la quale costringe lo sguardo verso alto. Giù, fra le verdissime risaie, bambini festosi scorrazzano con le loro uniformi sgargianti. Sono tanti i bambini in Nepal. Con occhi grandi e profondi ti osservano con bramosa curiosità, e senza vergogna ti indicano a chi gli sta accanto domandandogli chi sei e che cosa fai con quella strana macchina fotografica.
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IL MOVIMENTO ANTI-MGF IN GAMBIA

Una toccata e fuga in questo pezzetto di terra, un piccolo stato che nasce all’interno del Senegal, baluardo della colonizzazione inglese con uno sbocco sull’Oceano Atlantico.

Solo cinque giorni, il tempo di preparare gli ultimi aspetti logistici del workshop con i parlamentari, parteciparvi e fare un breve follow-up (in gergo “cooperante”) con la ONG partner locale.

Cosa sismo andati a fare in Gambia, in concreto?

No Peace Without Justice e l’organizzazione gambiana GAMCOTRAP hanno organizzato un workshop di una giornata, rivolto a parlamentari, membri del governo, con il coivolgimento di donne, rappresentanti della societá civile e leaders religiosi, con l’obiettivo di fare pressione sui parlamentari e i legislatori per adottare una legge che proibisca e sanzioni le mutiliazioni genitali femminili in Gambia.
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domenica 27 settembre 2009

LA BOLLA DI BRUXELLES

Parlarvi Bruxelles non é facile.
Provando a raccontarvela, mi piacerebbe descriverla come una “bolla”, perché é un po' questa la sensazione che stiamo provando a Bruxelles. La bolla di vetro isola dal mondo circostante e crea un micro-mondo al suo interno. La bolla, essendo di vetro, permette di vedere cio' che succede fuori, ma frappone comunque un ostacolo (seppur vitreo) e impone una distanza fra il micro-mondo e il mondo fuori.
La mia testa é fuori da Bruxelles, per almeno 8 ore al giorno (le ore lavorative). No Peace Without Justice ha l'ufficio a Bruxelles perché Bruxelles é un posto strategico per il tanto menzionato “networking” e la per altrettanto inflazionata “liason con l'Unione Europea”. Di fatto pero', soprattutto nell'Unità Mutilazioni Genitali Femminili, lavoriamo con l'Africa, e quindi il nostro sguardo si proietta al di fuori della micro bolla, in un altro continente ed in un'altra realtà.
Il tempo libero, non lavorativo, mi fa invece immergere nel micro-mondo bruxellois. Burxelles é una città relativamente piccola, ci si muove in un perimetro piuttosto definito delimitato dal centro, il quartiere di Ixelles, Saint-Gilles e le Istituzioni.
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lunedì 21 settembre 2009

25 aprile 2009 PENSIERI RESISTENTI

25 aprile 2009
    PENSIERI RESISTENTI
Nel giorno della liberazione dall’occupazione, pensando a territori  ancora occupati.
Aquiloni  si ergono come fiori dal lungo stelo sul cielo di Baqa’a.

Baqa’a è il campo profughi più grande della Giordania ed il più antico, nato dopo la proma diaspora palestinese del 1948. Baqa’a ha una strana forma circolare e lo si vede dall’alto delle colline che lo circondano, come una macchia bianca dalla geometria perfetta.
Arrivando  a Baqa’a la prima cosa che notiamo sono gli aquiloni che volano nella lieve brezza di fine aprile. Mohanned, un amico di origine palestinese che ci “guida” al’interno del campo, ha passato gran parte della sua infanzia a Baqa’a  e conosce bene i giochi dei bimbi nei campi e le ore passate a seguire gli aquiloni quando il pomeriggio si fa caldo e assonnato.
Nel giro di poco siamo circondati da ragazzini che ci “offrono” i loro aquiloni: stanno giocando nel cortile della scuola del campo, gestita dalle Nazioni Unite. Comunichiamo a sorrisi e con il nostro limitato vocabolario di arabo.
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LA CITTA' APERTA


Gerusalemme è una città tanto fantastica quanto strana..Si respirano nell’aria secoli di storia e di tradizioni di diverse popolazioni e ceppi religiosi. Camminare per il suq e sentire il profumo delle spezie arabe mentre due ragazzi ebrei passeggiano leggendo e recitando preghiere…. I suoi cunicoli infiniti, la via dolorosa dove si racconta che Gesù portò la croce..Il muro del pianto…Un muro che visto da lontano sembra unire due tra le più importanti moschee musulmane..da quest’immagine ho iniziato a rendermi conto di quanto è complessa la situazione..

Visto da vicino il muro trasmette la sua maestosità e il suo enorme significato per il popolo ebreo. Un luogo di ritrovo dove le persone “piangono”, pregano con tutto il corpo senza sosta, rivolti verso un mattone, con i fucili appoggiati mentre i militari recitano le loro preghiere…E subito dietro questo muro vi si trova la spianata delle moschee, il paesaggio cambia completamente, centinaia di musulmani che 5 volte al giorno si recano in preghiera. Due religioni che seguono rispettivamente la legge islamica e quella ebraica, gruppi fondamentalisti che cercano l’affermarsi dei propri diritti.
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SUCCEDE A DAMASCO

A Damasco capita di trovarsi in un suq e di perdersi nelle contorte vie della città vecchia, tra commercianti di kefie, saponi e artigianato.
Succede a Damasco di entrare una moschea, contemplarne la  bellezza architettonica, tutto quel verde color Islam, e rimanere assorti a guardare l’umanità che si affolla nel cortile interno.
 Infatti, succede a Damasco che la moschea si trasformi in piazza, in luogo d’incontro, di chiacchere tra donne,
di accordi tra uomini, di giochi fra bambini. La moschea a Damasco si trasforma in ludoteca, i suoi tappeti sono un invito alle capriole, il pavimento scivoloso un  di invito al gioco del “pigliatutti”.

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VARANASI BABY

Decadente

Ti accorgi che è decandente come metti piedi giù dall’aereo. Solo ancora a 7000 metri dal suolo non puoi renderti conto di cosa ti aspetterà.

È periodo di monsoni, ma c’è il sole alto nel cielo azzurro e fa estremamente caldo. L’aereoporto è piccolo ed è superfluo aggiungere l’aggettivo disorganizzato. L’impatto con i locali è forte: ti vengono innanzi a decine e insistono affinchè sia proprio il loro taxi a portarti a destinazione e ti esortano a non fare l’errore di scegliere il taxi sbagliato che potrebbe portarti chissà dove e a quale prezzo.
Contratto, discuto, sudo…e quando penso di averla spuntata mi rendo conto della fregatura, la prima della giornata: una taxi bianco anni ’60 stile Cuba fideliana per 6 persone cariche di zaini enormi. Improponibile. Si ricontratta, ridiscute, risuda e si arriva ad un presunto compromesso ovvero nient’altro che l’offerta che sin dall’inizio lo stormo di indiani voleva rifilarci: 2 taxi e al loro prezzo.
Si parte, direzione Varanasi, meglio conosciuta con il nome di Benares, la città santa per eccellenza dell’universo indù.
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